L’Isola del Tino sarà aperta al pubblico nelle giornate dell’11 e 12 Settembre, obbligatorio il Green Pass e la registrazione sul sito del CAI La Spezia.
Nelle giornate dell’11 e 12 Settembre si festeggia San Venerio, il patrono del Golfo. Per l’occasione è possibile visitare il Tino, l’isola dove San Venerio visse, sui cui normalmente è negato l’attracco delle imbarcazioni civili, dove avranno luogo le celebrazioni liturgiche in programma.
Navigazione Golfo dei Poeti mette a disposizione, come ogni anno, un servizio speciale di battelli per raggiungere l’isola del Tino, e partecipare alle celebrazioni dedicate a ricordo del santo, protettore anche dei naviganti e dei fanalisti.
Per raggiungere l’isola è obbligatoria la registrazione sul sito del CAI della Spezia (il link sarà attivo da Mercoledì 8 Settembre). Ai partecipanti è anche richiesto il Green Pass.
Il trasporto via mare per il sarà suddiviso in due turni di 150 persone:
1° turno: Partenza ore 9.00 Passeggiata Morin – rientro alle 13.30
2° turno: Partenza ore 13.00 Passeggiata Morin – rientro alle 17.30
La tariffa sarà di 15€ per gli adulti e di 8€ per i bambini dai 6 agli 11 anni.
San Venerio, l’antico culto che racconta il Golfo
Venerio portava nel nome la sua origine nativa nel borgo di Portovenere, anche se precisamente era nato intorno al 560 d.C. sul’Isola Palmaria. Nella sua persona, prima che nella sua santità, si identificano i tratti originali e identitari degli abitanti del Golfo: esperto marinaio e maestro d’ascia e amante della libertà e della solitudine, tratti questi ultimi che lo spinsero alla scelta monastica di unirsi ai Monaci dell’Isola Palmaria e a quella ancora più drastica di ritirarsi in eremitaggio sul Tino.
Dall’Isola del Tino, Venerio diventò presto un punto di riferimento per i marinai, di certo con il mare in tempesta, che illuminava con i fuochi che segnalavano la presenza della terraferma, ma anche nella vita di tutti i giorni, con preziosi consigli per rendere la navigazione più sicura ed efficace, sulla costruzione delle imbarcazioni, e anche sulla coltivazione della terra.
Presto Venerio si procurò la fama e la riconoscenza della popolazione locale, che rifuggiva richiamando alla generosità e alla carità, contribuendo sensibilmente alla diffusione del cristianesimo del Golfo.
San Venerio morì intorno all’anno 630 d. C. e venne sepolto sul suo Tino. In seguito alcuni monaci continuarono la sua opera, soprattutto di evangelizzazione, verso l’entroterra e il culto sul santo crebbe moltissimo in tutto il territorio della Spezia e delle Cinque Terre.
Negli anni Sessanta iniziarono gli scavi archeologici che rivelarono, tra le altre cose, la «Tomba della vela» che testimonierebbe la “scoperta” della vela moderna da parte di Venerio.
Ancora oggi gli scavi archeologici proseguono per scoprire sempre nuovi intriganti testimonianze sulla presenza dell’uomo in tempi ancora più antichi di quelli di Venerio nell’arcipelago di Portovenere.
ph. in copertina Gianni Bedini