Giovedì 7 Aprile abbiamo avuto il piacere di incontrare nella nostra sede spezzina Elisabetta Cesari, presidente dell’Associazione Amici dell’Isola del Tino, e farle dono di un computer laptop che possa essere d’aiuto per il prezioso lavoro volontario dell’associazione nel Golfo della Spezia per la tutela, la divulgazione della conoscenza dell’Isola del Tino.
Abbiamo avuto modo di ripercorrere insieme la storia dell’origine dell’associazione, nata nel 2020 dalla passione di Elisabetta per la fotografia, e dalla scelta dell’isola del Tino come soggetto per un progetto fotografico personale. L’interesse verso la piccola isola militare e area protetta, la sua storia, il suo significato per il territorio hanno portato Elisabetta e gli altri soci, nel tempo, a coinvolgere sempre più soggetti per valorizzare e tutelare il patrimonio di cultura, storia, arte, natura, ambiente, religione, ricerca e tecnologia rappresentati dall’isola del Tino.
Oggi l’Associazione comprende 21 soci Fondatori rappresentanti della società civile e del volontariato, e moltissimi soci che hanno aderito alle innumerevoli iniziative messe in campo.
Tra tutte le preziose iniziative spicca certamente la promozione del lavoro sinergico che ha permesso di unire le forze di Marina Militare, Sovrintendenza ligure e amministrazioni locali negli scavi archeologici del Tino tesi al recupero, al consolidamento per la fruizione di parti dell’antico monastero (il refettorio e la chiesa olivetana di Santa Maria) fondato nell’XI secolo dai frati dell’ordine di San Colombano, e anche delle preesistenze di epoca romana e successive. Un lavoro davvero straordinario, che permetterà ai visitatori dell’isola di ammirare da vicino reperti di grande fascino e valore storico.
Il monastero ebbe certamente molta importanza per la vita e lo sviluppo del nostro Golfo, i frati lo fondarono sulla tomba d San Venerio, figura centrale per l’evangelizzazione di questa parte di Mediterraneo vissuto a cavallo del V e VI secolo d.C., che scelse l’isola per il suo eremitaggio. Al santo, esperto marinaio, a lungo è stata attribuita l’invenzione della vela latina, di cui certamente contribuì almeno a diffondere l’utilizzo, e i naviganti nelle acque in tempesta potevano affidarsi ai fuochi accesi sull’isola da Venerio per segnalare la presenza della terraferma.
Gli Amici dell’Isola del Tino fanno proprio il messaggio di Venerio, rendendo “l’isola di luce” un luogo in cui il senso della solidarietà, dell’inclusione, del rispetto della natura viene interpretato in modo molto naturale. Sono state molte le iniziative, negli ultimi due anni, che hanno permesso a scuole, associazioni di volontariato e tutela del territorio di sentirsi protagonisti sull’isola e per l’isola. Tra tutte, il CAI, che sul Tino svolge un continuo ed essenziale lavoro di pulizia dei sentieri , e ha organizzato giornate di sensibilizzazione alla tutela del territorio e di montagnaterapia insieme alla Lega italiana contro i Tumori e all’Unione dei Ciechi e degli ipovedenti. E poi la Protezione Civile, il soccorso alpino, e molti altri.
L’entusiasmo di Elisabetta ha il grande pregio di essere davvero coinvolgente: mentre ci rivela l’ultima delle sue tante idee, già ce ne innamoriamo e la sentiamo un po’ nostra: “il mio sogno segreto – ci racconta – è portare le borgate del Palio del Golfo sull’Isola, che è la loro casa comune, il luogo che rappresenta il Golfo intero e la storia che li unisce nella passione per il mare”.
“Del resto” – interviene Rudy Biassoli – “proprio sul Tino è esposta la Carta del palio del Golfo, una sorta di atto costitutivo redatto dalle borgate nel 1963 e custodito sull’isola”.
Di certo, un’idea che arricchisce l’occasione del Palio, una sfida e una festa a cui gli spezzini sono legatissimi, di senso identitario per tutti gli abitanti del Golfo.
Il viaggio per il Tino comincia sempre dal molo della Passeggiata Morin, insieme a noi di Navigazione Golfo dei Poeti, che sin dall’inizio ci sentiamo parte attiva delle iniziative e della passione degli Amici dell’Isola del Tino, per la quale ci auguriamo che il nostro piccolo ma sentito dono possa essere d’aiuto a tutte le attività.